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L‘INFLUENZA DEI CARATTERI TIPOGRAFICI: DALL‘EVOLUZIONE DEI FONT ALLA LORO IMPRONTA SOCIALE

Il podio dei caratteri digitali popolari più amati e odiati

Nel vasto universo del graphic design, la scelta dei font riveste un'importanza cruciale. L’estetica testuale scelta per accompagnare loghi, progetti, poster e copertine è un aspetto fondamentale nella percezione generale che si vuole affidare al proprio prodotto: la forma del testo sottolinea il “carattere” dell’opera che si propone al lettore, allo spettatore o al cliente e ne influenza la percezione. Vi portiamo alla scoperta della storia affascinante dei font digitali, dall'abbandono dei moduli a blocchetti metallici alla nascita dei web font, dalla creazione del primo font digitale alla diffusione dei computer con interfaccia grafica negli anni '80. Scopriremo insieme alcuni caratteri tipografici digitali, come il Comic Sans e il Papyrus, che si sono distinti nel corso degli anni, amati e odiati per il loro successo, e hanno catalizzando sentimenti contrastanti tra gli utenti di tutto il mondo. [h2]Storia e evoluzione dei Font[/h2] Prima dell'avvento del digitale, le opzioni tipografiche erano confinate ai caratteri disponibili nelle macchine da scrivere e nei set di stampa tradizionali. Tuttavia, con l'introduzione dei computer e dei word processor, si è assistito a un'esplosione nella varietà di font accessibili, permettendo agli utenti di muoversi tra un’ampia scelta di font, ognuno progettato per scopi specifici, dai tradizionali serif ai moderni sans serif, passando per i corsivi e gli stili manoscritti. [br]break-line[/br] Oggi, quando parliamo di un "font", ci riferiamo generalmente al tipo di carattere che selezioniamo sul nostro computer, ma non molto tempo fa il [b]carattere tipografico[/b] indicava qualcosa di molto diverso: un [b]pesante blocco metallico inciso con lettere, numeri o simboli[/b]. [img]magazine/article104/2.jpg[/img] [nl]new-line[/nl] Ogni evoluzione tecnologica ha portato trasformazioni nel mondo della tipografia. Con la [b]fotocomposizione[/b], negli anni ‘50, ad esempio, la stampa a caratteri mobili viene sostituita con una tecnologia in grado di eliminare l’utilizzo dei blocchi metallici, ma non di sbarazzarsi del tutto di un supporto fisico: la trasposizione dei caratteri avveniva attraverso un disco inciso in negativo con il carattere da utilizzare e il passaggio di fasci di luce, risultando in [b]una sorta di stampa fotografica su pellicola del testo[/b]. [br]break-line[/br] Con l'arrivo il sistema di stampa Digiset nel 1966, inventato dall'ingegnere tedesco Rudolf Hell, si raggiunge il completo abbandono del supporto fisico per la trasposizione dei caratteri e nel 1968, Hell crea il primo font digitale, il Digi Grotesk. Questo carattere sans serif presentava un formato bitmap in grado di memorizzare la posizione esatta di ogni pixel del carattere. I nuovi font digitali offrivano una maggiore flessibilità e velocità nell'uso grazie alle tecnologie emergenti, ma presentavano ancora dei limiti risolti poi attraverso specifiche equazioni matematiche alla base dei font vettoriali, brevettati un decennio dopo. Svolta epocale avviene negli anni Ottanta, con la commercializzazione del personal computer di Apple, con il suo pacchetto di interfaccia grafica al servizio di ogni acquirente direttamente da casa. [h2]Il Caso del Comic Sans[/h2] Creato da Vincent Connare nel 1994, il Comic Sans è diventato uno dei font più conosciuti al mondo. Utilizzato per il suo carattere brioso è stato sfruttato anche in contesti particolarmente istituzionali, come, ad esempio, per comunicare la scoperta del Bosone di Higgs, in barba allo sguardo attonito dei professionisti grafici di tutto il mondo. [br]break-line[/br] Originariamente concepito per un software assistente chiamato Microsoft Bob, il Comic Sans doveva apparire amichevole e accessibile, emulando la scrittura a mano dei fumetti. Vincent Connare si ispirò a graphic novel celebri come "Watchmen" e "Il Cavaliere Oscuro", cercando di creare qualcosa di volutamente imperfetto. Nonostante fosse progettato per utenti meno esperti, il font è stato adottato (e spesso abusato) in una vasta gamma di contesti, inclusi documenti ufficiali e segnaletica pubblica, spesso ricevendo critiche per la sua inadeguatezza in contesti formali. La popolarità e l’allegria del Comic Sans, spesso discussa in termini negativi da parte dei grafici di tutto il mondo, è stata recentemente sfruttata nella campagna di beneficenza "Comic Sans for Cancer", aiutando a raccogliere fondi significativi per la ricerca sul cancro attraverso una reinterpretazione creativa e riflessiva del successo di questo font ormai iconico. [img]magazine/article104/3.jpg[/img] [h2]Papyrus: medaglia d’argento[/h2] Era il 1982 quando Chris Costello, allora un giovane illustratore, web designer e graphic designer, progettò il carattere tipografico Papyrus. Nonostante fosse stato originariamente progettato per evocare un senso di antichità con le sue linee irregolari e la texture ruvida, il Papyrus è stato eccessivamente utilizzato nei contesti più svariati, dai menù, alla cartellonistica, ai loghi cinematografici. Costello lavorò per sei mesi con carta texturizzata e pennino per creare un font dal rimando all’antichità e il carattere vagamente “esotico” che ne hanno fatto il protagonista indiscusso dei compiti di storia antica delle scuole primarie. Nel 1997, Costello cedette i diritti del Papyrus a Microsoft per 750 dollari che lo integrò nei suoi sistemi operativi Windows. Papyrus trovò posto anche nei sistemi operativi Mac OS X 10.3 "Panther" di Apple, rilasciato nel 2003. La fama del Papyrus esplose con l'uscita del film "Avatar" nel 2009, dove fu utilizzato per il titolo, il merchandising ufficiale e persino i sottotitoli. La decisione di utilizzare questo font in un film dal budget di 300 milioni di dollari scatenò un'ondata di critiche e parodie, incluso un famoso sketch di Saturday Night Live con Ryan Gosling. Considerata una scelta economica e di cattivo gusto, il Papyrus è da allora etichettato come il "secondo font più odiato al mondo", subito dopo il Comic Sans. Il suo impiego in progetti ad alta visibilità come "Avatar" ha sollevato questioni sulla creatività e l'originalità nel campo del design grafico, dimostrando quanto la scelta di un font possa influenzare profondamente l'identità visiva di un progetto. [img]magazine/article104/4.jpg[/img] [nl]new-line[/nl] I font non sono semplici dettagli tecnici, ma elementi fondamentali nella comunicazione visiva. La loro capacità di influenzare sia l'estetica che il messaggio di un testo dimostra quanto sia critica la scelta tipografica in ogni progetto di design. Font come il Comic Sans e il Papyrus, nonostante le critiche, hanno giocato un ruolo significativo nella cultura visiva, dimostrando che anche i caratteri tipografici più controversi hanno il potere di lasciare un'impronta indelebile nella società. Quale font si colloca al terzo posto tra i più controversi al mondo secondo voi?

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