PERCHÉ LE CANZONI DEGLI SPOT SI FISSANO NELLA MENTE? Sarà sicuramente capitato ad ognuno di noi di ascoltare un jingle talmente ritmato e orecchiabile da fissarsi nella mente a lungo, indipendentemente dalla nostra volontà. Non è una strana coincidenza, bensì un fenomeno vero e proprio definito dalla scienza con il nome di earworm, ovvero “tarlo alle orecchie”, sempre più utilizzato da noti brand per pubblicizzare i propri prodotti o servizi e aumentarne il ricordo nella nostra mente.
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Sarà sicuramente capitato ad ognuno di noi di ascoltare un jingle talmente ritmato e orecchiabile da fissarsi nella mente a lungo, indipendentemente dalla nostra volontà. Non è una strana coincidenza, bensì un fenomeno vero e proprio definito dalla scienza con il nome di earworm, ovvero “tarlo alle orecchie”, sempre più utilizzato da noti brand per pubblicizzare i propri prodotti o servizi e aumentarne il ricordo nella nostra mente. [h2]Perché una canzone ci entra nella testa?[/h2] Il sottile e ripetitivo “tarlo alle orecchie” che si insinua nella mente può verificarsi in ogni momento della giornata e può derivare da fonti musicali differenti: dall’ultima canzone tormentone del momento o da un reel diventato virale sui social, ma anche da uno spot realizzato appositamente con un jingle facilmente memorizzabile. [br]break-line[/br] Secondo James Kellaris, professore di marketing all’Università di Cincinnati, questo fenomeno colpisce circa il 98% delle persone: dai sui studi emerge che l’earworm si riscontra per il 73,7% su canzoni con il testo e solo per il 7,7% sulla musica strumentale. [br]break-line[/br] Dunque, possiamo definire il [b]fenomeno earworm[/b] come una [b]ripetizione involontaria nella nostra mente di un brano o di un jingle[/b]. Il tutto avviene perché la corteccia uditiva del cervello immagazzina il suono e lo rielabora in modo involontario, fino a convertirsi in un tarlo fastidioso conosciuto come “prurito cognitivo”. [br]break-line[/br] Gli esperti della Durham University e della Goldsmiths, University of London e dell’ateneo tedesco di Tubinga si sono chiesti perché certe melodie si insinuano nella mente di tante persone, al punto da rendere incontrollabile la tentazione di canticchiarle. E hanno scoperto che una canzone capace di essere memorizzata ha caratteristiche precise: ritmo veloce, melodia generica e facilità di memorizzazione, con intervalli unici e originali, come salti e ripetizioni. Questa è la formula di quella che può essere definita anche “appiccicosità musicale”. [h2]Il fenomeno earworm nel marketing[/h2] Nella pubblicità il fenomeno earworm ha trovato terreno fertile. Brand nazionali e internazionali hanno cavalcato l’onda del “tarlo alle orecchie” per farsi strada nelle menti degli utenti per un lungo lasso temporale. In questo modo [b]l’associazione tra l’irresistibile motivo musicale e il prodotto pubblicizzato amplia il ricordo del brand e influenza il comportamento dei consumatori[/b]. [br]break-line[/br] Negli anni pre-social questo avveniva soprattutto attraverso il mezzo di comunicazione di massa per eccellenza, la televisione, con un messaggio pubblicitario che potesse coinvolgere lo spettatore distratto, magari impegnato in altre faccende domestiche. Oggi il fenomeno si sposta anche nella dimensione social, con video emozionali e divertenti che riescono a coinvolgere in modo nuovo e sempre originale. L’obiettivo è sempre quello di ottenere visibilità e facilità di ricordo del brand, con una canzone pensata per insinuarsi nelle mente ed essere associata immediatamente al brand stesso. [h2]Le canzoni delle pubblicità che ricordiamo tutti[/h2] Utilizzare jingle orecchiabili è un’efficace strategia di marketing per dare visibilità a un prodotto, fissando con più facilità il ricordo di un determinato brand. Alcuni spot hanno funzionato molto bene, attivando il fenomeno earworm nelle nostre menti. Per quelli di maggiore successo bastano pochi secondi per essere ricordati perfettamente anche a distanza di anni. [br]break-line[/br] Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano l’incredibile effetto che questo fenomeno ha sulla nostra mente. Pronti a canticchiarli di nuovo? [h3]Gran Soleil, il nettare degli dei[/h3] Hai già letto il titolo cantando? Si è davvero inevitabile. Gran Soleil infatti incarna perfettamente l’esempio di come un brand possa rimanere nella mente dei consumatori (nonostante non sia neanche più in commercio da anni) attraverso un jingle davvero efficace. [video]https://www.youtube.com/embed/1Taee_tMjSM[/video] [h3]Kinder Happy Hippo[/h3] Tra gli spot che hanno funzionato è impossibile non nominare l’iconico duo del cantante ippopotamo e del cane danzante sulle note di “The lion sleeps tonight” dei The Tokens. Uno spot che è entrato nella storia e nelle menti di tutti i noi, inevitabilmente connesso al gustoso snack Kinder Happy Hippo. [video]https://www.youtube.com/embed/NXfs01Hk2Dc[/video] [h3]Pompea[/h3] “Ve lo dice Vanessa la mutanda mi stressa, ma Pompea no”, un altro esempio, targato Pompea, di come basta citare una strofa per farci subito tornare in mente il famoso ritornello. Un jingle ideato sulle note di “Ma la notte no”, che con le sue rime divertenti è rimasto impresso nella memoria di tutti. [video]https://www.youtube.com/embed/dH551lFSTtw[/video] [h3]Polaretti[/h3] Il fenomeno earworm non ha età, nei bambini come negli adulti può essere generato da musicalità divertenti e originali. Il jingle del famoso spot dei Polaretti sicuramente ha coinvolto davvero tutti, tanto da essere ripreso più volte negli anni nel remake della pubblicità. [video]https://www.youtube.com/embed/0USmGiwPjaA[/video] [h3]Rio Casamia[/h3] Come dimenticare il motivetto della nota casa di detersivi in stile Bollywood? Molto difficile. D’altronde anche in questo caso il fenomeno dell’earworm è stato efficacemente adoperato da Rio Casamia. [video]https://www.youtube.com/embed/EoVlYvr5JbI[/video] [h3] Muu muu[/h3] La scelta musicale dello spot di Cameo Muu Muu è tanto semplice quanto travolgente. Sicuramente si tratta di un jingle difficile da dimenticare dopo il primo ascolto. [video]https://www.youtube.com/embed/pBxc6EkKDF8[/video]
Il marketing natalizio gioca un ruolo cruciale nel plasmare la ritualità delle feste e costruire tradizioni, sfruttando emozioni, comportamenti di consumo e simboli culturali. La stagione natalizia rappresenta una straordinaria opportunità commerciale per le aziende, le quali possono utilizzare strategie mirate per connettersi con i consumatori.
Nel vasto universo del graphic design, la scelta dei font riveste un'importanza cruciale. L’estetica testuale scelta per accompagnare loghi, progetti, poster e copertine è un aspetto fondamentale nella percezione generale che si vuole affidare al proprio prodotto: la forma del testo sottolinea il “carattere” dell’opera che si propone al lettore, allo spettatore o al cliente e ne influenza la percezione. Vi portiamo alla scoperta della storia affascinante dei font digitali, dall'abbandono dei moduli a blocchetti metallici alla nascita dei web font, dalla creazione del primo font digitale alla diffusione dei computer con interfaccia grafica negli anni '80. Scopriremo insieme alcuni caratteri tipografici digitali, come il Comic Sans e il Papyrus, che si sono distinti nel corso degli anni, amati e odiati per il loro successo, e hanno catalizzando sentimenti contrastanti tra gli utenti di tutto il mondo.