NIKE, QUANDO UN BRAND DIVENTA UNO STILE DI VITA Può un semplice paio di scarpe da ginnastica diventare uno status symbol ed entrare nei desideri di milioni di persone? La risposta è si. È quello che è stata in grado di realizzare la Nike, diventata oggi il primo marchio per importanza nel settore degli articoli sportivi. Un successo planetario, che l’azienda ha costruito grazie alla sua filosofia e alle geniali strategie di marketing, per cui i suoi prodotti non sono considerati semplicemente articoli sportivi ma un vero e proprio stile di vita. Ripercorriamo, quindi, insieme alcune tappe della storia del brand che è ormai un vero e proprio impero.
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Può un semplice paio di scarpe da ginnastica diventare uno status symbol ed entrare nei desideri di milioni di persone? La risposta è si. È quello che è stata in grado di realizzare la Nike, diventata oggi il primo marchio per importanza nel settore degli articoli sportivi. Un successo planetario, che l’azienda ha costruito grazie alla sua filosofia e alle geniali strategie di marketing, per cui i suoi prodotti non sono considerati semplicemente articoli sportivi ma un vero e proprio stile di vita. Ripercorriamo, quindi, insieme alcune tappe della storia del brand che è ormai un vero e proprio impero. [h2]La nascita della Nike: Jogging e Waffle [/h2] Tutto ha inizio nel 1964 quando Bill Bowerman, un allenatore universitario dell’Oregon, fonda insieme ad Philip Knight, un suo atleta, il marchio [b]Blue Ribbon Sports[/b] (RBS) per importare scarpe giapponesi Tiger negli USA. Oltre ad allenare e commerciare scarpe sportive, Bill inizia ad interessarsi al jogging, uno sport tutt’altro che popolare a quell’epoca. Proprio grazie a questa sua nuova passione e alle conoscenze acquisite in fatto di corsa, Bill ha l’intuizione di avviare una produzione di calzature da corsa performanti in grado di garantire prestazioni più elevate agli atleti. E così, agli inizi degli anni ’70, quando i rapporti con la Tiger iniziano ad inasprirsi Bill trasforma la RBS in Nike, segnando l’inizio di un successo che negli anni esploderà a livello planetario. Legato alla nascita dell’azienda c’è un racconto divertente, che coniuga le umili origini dell’azienda alle intuizioni geniali del suo fondatore. Si narra, infatti, che le prime suole in assoluto disegnate da Bill vennero create attraverso la macchina di waffle della moglie. Una storia che fa certamente sorridere ma che è sinonimo di tutto quel bagaglio di valori che l’azienda porta avanti da sempre: impegno, determinazione e capacità di credere nei propri sogni. [img]magazine/article52/2.jpg[/img] [h2]Un successo che ha fatto la storia del marketing[/h2] Il primo prodotto lanciato sul mercato, dopo quello artigianale stampato con la macchina per i waffle, è la linea [b]Nike Moon Show[/b]. Un modello semplicissimo, soprattutto se confrontato con quelli attuali, ma che esprime già in pieno la filosofia del brand e che è accompagnato dal simbolo iconico del “baffo” che conosciamo oggi. [img]magazine/article52/3.jpg[/img] [nl]new-line[/nl] Queste scarpe da corsa arrivano sul mercato proprio all’inizio dell’era del jogging, alla quale si ritiene che lo stesso Bill Bowerman abbia dato il via con la pubblicazione del suo libro “Jogging”nel 1966. Sembrerebbe una strana coincidenza, in realtà si è trattato di una connessione quasi casuale tra libro e prodotto, che ha rappresento la [b]prima vera grande strategia di marketing dell’azienda[/b], seppure non progettata. Bill, infatti, non aveva intenzione di vendere il libro ma solamente di promuovere una buona pratica sportiva. E dunque, quello che Nike riesce a vendere già dai primi anni è una filosofia, quella del jogging e di tutti i benefici ad esso associati, per cui le scarpe da ginnastica rappresentano sono il “mezzo” per praticarlo. Da qui in poi, però, l’azienda ha messo in campo strategie consapevoli e ben progettate. Già nel 1973 avvia la prima partnership con la stella del tennis Ilie Nastase, e negli anni successivi molti sono i volti degli sportivi che decide di affiancare al suo marchio. [h2]Marketing emozionale: la chiave del successo[/h2] Dagli anni ’70 in poi tante sono state le campagne di comunicazione e i testimonial che si sono susseguiti nelle strategie di marketing della Nike, ma il filo conduttore è rimasto sempre lo stesso: [b]un messaggio chiaro e coinvolgente, che ha sempre posto i bisogni dei consumatori prima del prodotto stesso[/b]. Questo genere di comunicazione ha permesso all’azienda di creare legami emotivi con i propri consumatori, che si sono sempre sentiti parte delle storie raccontate da Nike. A questo scopo fondamentale è stata anche la scelta dei volti dello sport che negli anni hanno impersonato l’anima del brand. Uno su tutti, [b]Michael Jordan[/b] che nel 1984 è diventato l’uomo di punta del marchio per la sponsorizzazione della “Air Jordan”, una linea di abbigliamento e calzature per pallacanestro che tutt’oggi fattura per l’azienda 2 miliardi di dollari ogni anno. [img]magazine/article52/4.jpg[/img] [nl]new-line[/nl] Ma non solo personaggi dello sport. Nel 1987 la Nike è riuscita ad avvalersi di una canzone dei [b]Beatles[/b] per la pubblicità in occasione del lancio delle “Air Max”. Mai nessuno, prima di allora, era riuscito a fregiarsi di un brano del gruppo di Liverpool per uno spot. Una scelta vincente che ha contribuito al successo della linea Air Max che ancora oggi continua ad essere prodotta, con oltre 40 modelli. [video]https://www.youtube.com/embed/fAI8eUtwJzo[/video] [nl]new-line[/nl] L’anno successivo La Nike lancia per la prima volta lo slogan [b]Just do it[/b], che diventerà uno fra i più noti e riconoscibili di sempre. Un claim che rappresenta in modo semplice ed immediato non solo la community di consumatori di Nike, ma anche la stessa società: just do it è un messaggio coinvolgente per cui i prodotti dell’azienda diventano veri e propri alleati nelle sfide quotidiane dei propri consumatori. [video]https://www.youtube.com/embed/0yO7xLAGugQ[/video] [nl]new-line[/nl] Questo breve excursus nella storia del marketing della Nike ci fa capire come, per strutturare una strategia vincente, sia necessario innanzitutto [b]comprendere quelli che sono i bisogni dei consumatori[/b]. Nike punta sul desiderio delle persone di sentirsi in forma, di migliorare le proprie performance e di affrontare la vita di tutti i giorni con determinazione. I prodotti che vende sono solo il mezzo per raggiungere questi obiettivi. Non solo. Le strategie marketing di Nike insegnano che [b]ogni atto comunicativo di un’azienda verso il consumatore deve creare del valore[/b]: risolvere problemi, dare vere risposte, aiutare il proprio pubblico a migliorare il proprio quotidiano. E questo Nike lo fa coinvolgendo le persone con storie di conquiste e vittorie che riescono ad arrivare dritte al cuore.
Nel vasto universo del graphic design, la scelta dei font riveste un'importanza cruciale. L’estetica testuale scelta per accompagnare loghi, progetti, poster e copertine è un aspetto fondamentale nella percezione generale che si vuole affidare al proprio prodotto: la forma del testo sottolinea il “carattere” dell’opera che si propone al lettore, allo spettatore o al cliente e ne influenza la percezione. Vi portiamo alla scoperta della storia affascinante dei font digitali, dall'abbandono dei moduli a blocchetti metallici alla nascita dei web font, dalla creazione del primo font digitale alla diffusione dei computer con interfaccia grafica negli anni '80. Scopriremo insieme alcuni caratteri tipografici digitali, come il Comic Sans e il Papyrus, che si sono distinti nel corso degli anni, amati e odiati per il loro successo, e hanno catalizzando sentimenti contrastanti tra gli utenti di tutto il mondo.
Il Guerrilla Marketing è una forma di marketing non convenzionale che utilizza tecniche low-cost e creative per massimizzare i risultati. Caratterizzato dall'uso di strategie sorprendenti e attività che generano grande impatto, il Guerrilla Marketing mira a catturare l'attenzione dei media e del pubblico in modo non tradizionale. Le campagne tentano di inserirsi nella vita quotidiana, suscitando interesse attraverso la rottura dell’ordinario e lasciando un'impressione duratura. La metafora del Guerrilla Marketing proviene dall’ambito militare e indica un tipo di combattimento particellato e diffuso, attuato soprattutto dalle frange di resistenza e dalla popolazione civile. Mutuata nell’ambito della comunicazione, questo tipo di metafora indica una strategia di marketing accessibile, a basso costo e immersa nel contesto di tutti i giorni. Scopriamone insieme origine, principi ed esempi, ponendo particolare attenzione su una delle ultime campagne della piattaforma di streaming Netflix per l’uscita di una delle sue nuove serie.