GLI INFLUENCER NEL MARKETING MIX Già da qualche anno, il marketing si è reso conto della capacità degli influencer di promuovere determinati prodotti sulle diverse piattaforme social, quali Facebook e Instagram ma anche Twitter, YouTube e TikTok. Inizialmente criticati e considerati quasi con disprezzo dalle grandi aziende internazionali, gli influencer sono riusciti a inserirsi nel contesto pubblicitario mondiale (a dispetto di ciò che si ipotizzava) grazie ai feedback positivi derivati proprio dagli utenti.
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Già da qualche anno, il marketing si è reso conto della capacità degli influencer di promuovere determinati prodotti sulle diverse piattaforme social, quali Facebook e Instagram ma anche Twitter, YouTube e TikTok. Inizialmente criticati e considerati quasi con disprezzo dalle grandi aziende internazionali, gli influencer sono riusciti a inserirsi nel contesto pubblicitario mondiale (a dispetto di ciò che si ipotizzava) grazie ai feedback positivi derivati proprio dagli utenti. [br]break-line[/br] Oggi non sono solo le grandi aziende che investono in questa strategia, ma anche le piccole aziende che decidono di espandere il proprio target grazie a micro influencer, il cui rapporto costi-benefici sembra tutto a favore di quest’ultimi. [br]break-line[/br] Non si tratta di “mito degli influencer” oppure di “leggenda degli influencer”, bensì di un fenomeno (su cui pochi avrebbero scommesso) che è riuscito ad ampliarsi perché il nostro rapporto con i social è ormai abitudine e svago costante. [h2]Gli influencer, esistono davvero![/h2] Oggi si parla di [b]influencer marketing[/b], ovvero una vera e propria branca del marketing studiata all’università e applicata dalle aziende di tutto il mondo. Sono in molti a chiedersi chi siano questi influencer, come hanno fatto ad affermarsi e se davvero possa essere considerato un lavoro il loro. [br]break-line[/br] Sicuramente possiamo dire che [b]gli influencer sono quelle figure che, attraverso il proprio canale web, sono in grado di esercitare sul pubblico di seguaci una certa influenza, spostando cioè il loro interesse su un determinato prodotto o servizio.[/b] Questi dedicano diverso tempo a gestire i loro contatti sui vari social network ottenendo un seguito appassionato di utenti. [br]break-line[/br] Si tratta di persone comuni che sono riuscite a crearsi un certo seguito sui canali web grazie alle proprie scelte di vita (alimentari, etiche, di impegno civile, di moda, sportive, ecc), ma anche di personaggi famosi dello spettacolo, attori, sportivi professionisti, che hanno deciso di cavalcare l’onda del successo anche sui social. [br]break-line[/br] Non tutti hanno grandi numeri, in termini di follower intendiamo, e certamente non tutti sono [b]Chiara Ferragni[/b], una delle prime influencer globali che conta oggi più di 25 milioni di seguaci. [b]A seconda del numero di follower e del tasso di engagement dei loro post e stories, si distinguono micro e macro influencer[/b] e questa enorme rete consente alle imprese di poter attingere a diverse personalità in base al budget a disposizione. [br]break-line[/br] A differenza dei personaggi famosi, che sono già tali in relazione alla loro esposizione mediatica fuori dai canali social, per le personalità meno note costruirsi un seguito fedele di follower non è cosa immediata o facile. Riprendendo l’esempio più eclatante di Chiara Ferragni, questo è proprio il caso-tipo di ragazza non famosa, ovvero non presente sulla scena mediatica nazionale e tantomeno internazionale, che è riuscita a creare, grazie ad una serie di scelte ponderate, il suo “impero social” e ad essere seguita in tutto il mondo. La sua intuizione è stata quella di raccontare ogni momento della sua vita, concentrandosi sui suoi outfit e dispensando consigli di moda. È riuscita così ad ottenere seguito e fiducia dalle persone, arrivando a realizzare un suo brand di abbigliamento, un film sulla sua vita e collaborazioni con aziende internazionali di ogni settore. [img]magazine/article25/2.jpg[/img] [nl]new-line[/nl] Oltre alla Ferragni, ci sono tanti altri esempi di successo, come quello di [b]Clio Make-up[/b], di [b]FattoincasadaBenedetta[/b], de [b]IlMioViaggioaNewYork[/b], di [b]Normasteaching[/b] e ultimo in termini temporali quello di [b]Khaby Lame[/b]. [br]break-line[/br] Nelle personalità meno note la specializzazione in un determinato settore (culinario, immobiliare, turistico, stilistico, e tanti altri) è il punto cardine da cui costruire il proprio esercito di follower: ti seguo perché mi piace quello che cucini, perché mi piacciono i tuoi viaggi, perché mi piace il tuo trucco, perché mi piacciono i tuoi sketch simpatici, perché mi piace come ti vesti, perché mi dai consigli di arredo, ecc ecc. [b]Consigli, offerte promozionali, nuovi incipit, sono queste le ragioni più diffuse che ci portano a seguire il nostro influencer di fiducia.[/b] [br]break-line[/br] Acquisire la fiducia dei propri follower è sicuramente uno dei primi step dell’influencer che vuole intraprendere questa strada e crescere. Ottenere la fiducia dei propri seguaci è il modo per poter influenzare (il vero nocciolo della questione) le loro scelte. Senza questa, ovviamente non potrebbe funzionare e tantomeno sussistere l’influencer stesso. [br]break-line[/br] [b]È con la fiducia dei propri follower che accresce la reputazione dell’influencer tra gli utenti e di conseguenza il suo valore in termini aziendali.[/b] [h2]Nessuna favola, fare l’influencer è un lavoro[/h2] Dopo l’ascesa degli influencer nel panorama mondiale, la loro rilevanza nelle strategie aziendali si è consolidata. Ecco perché l’influencer marketing oggi è una strategia non solo diffusa ma anche efficace. Grandi, medie e piccole aziende sono alla ricerca di influencer che rispecchino i propri valori e promuovano il brand con validità, col fine ultimo di incrementare la brand awareness e ovviamente le vendite. [br]break-line[/br] Non si tratta di organizzare grandi campagne pubblicitarie che raggiungano il grande pubblico di massa, spesso distratto e disinteressato, ma di [b]affidare il messaggio ad una personalità che viene ascoltata e seguita da una sua nicchia di pubblico[/b]. Alcuni influencer sono in grado di influenzare una quantità di follower considerevole ([b]macro influencer[/b]) altri hanno un seguito meno numeroso ma ugualmente importante ([b]micro influencer[/b]). I macro influencer con più di un 1 milione di follower sono sicuramente quelli che hanno già una reputazione consolidata e sono ben noti tra gli utenti, una collaborazione con essi ha costi più elevati per cui il budget aziendale deve essere, per ovvie ragioni, maggiore. Invece, i micro influencer sono una rete più fitta e diffusa, una nicchia con seguito minore (anche solamente 10.000 follower) in un settore di interesse specifico nel quale sono considerati preparati. La collaborazione con i micro influencer può essere molto redditizia per aziende medio-piccole che vogliono ampliare la base di consumatori. A fronte di costi di investimento più contenuti, infatti, il ricavo per l’azienda può essere molto interessante da più parti. Essendo oggi diffusi su tutto il territorio e molte volte ben inseriti nel contesto territoriale in cui operano, i micro influencer consentono di ampliare la rete aziendale andando a colpire un target specifico, già predisposto a ricevere consigli e nuovi spunti in quel settore. [br]break-line[/br] [b]La scelta degli influencer è una fase delicata, che va ponderata e gestita da esperti del settore per essere sicuri della selezione che si compie[/b]. Infatti, non tutti gli influencer possono davvero collaborare in maniera efficace con una certa azienda o un brand. [br]break-line[/br] [b]Essere influencer può così diventare una fonte di guadagno per l’influencer stesso, diventando un vero e proprio lavoro oppure un ricavo aggiuntivo ad un altro lavoro.[/b] Tutto è in relazione al numero di follower, alla reputazione generata, alla fiducia e credibilità acquisita, al livello di specializzazione, e a molti altri fattori.
Il marketing natalizio gioca un ruolo cruciale nel plasmare la ritualità delle feste e costruire tradizioni, sfruttando emozioni, comportamenti di consumo e simboli culturali. La stagione natalizia rappresenta una straordinaria opportunità commerciale per le aziende, le quali possono utilizzare strategie mirate per connettersi con i consumatori.
Nel vasto universo del graphic design, la scelta dei font riveste un'importanza cruciale. L’estetica testuale scelta per accompagnare loghi, progetti, poster e copertine è un aspetto fondamentale nella percezione generale che si vuole affidare al proprio prodotto: la forma del testo sottolinea il “carattere” dell’opera che si propone al lettore, allo spettatore o al cliente e ne influenza la percezione. Vi portiamo alla scoperta della storia affascinante dei font digitali, dall'abbandono dei moduli a blocchetti metallici alla nascita dei web font, dalla creazione del primo font digitale alla diffusione dei computer con interfaccia grafica negli anni '80. Scopriremo insieme alcuni caratteri tipografici digitali, come il Comic Sans e il Papyrus, che si sono distinti nel corso degli anni, amati e odiati per il loro successo, e hanno catalizzando sentimenti contrastanti tra gli utenti di tutto il mondo.